Per crescere insieme nella comprensione, e non nella frustrazione
La diagnosi di dislessia può arrivare come un fulmine a ciel sereno per molte famiglie. Spesso genera ansia, paura e un mare di domande. È normale. Ma proprio nei primi momenti, è fondamentale sapere non solo cosa fare, ma anche cosa evitare, per non compromettere il benessere emotivo del bambino e il suo percorso scolastico e personale.
Noi dell’Accademia Brillar, che da anni affianchiamo famiglie e bambini nei loro cammini educativi e musicali, crediamo che il primo passo sia la consapevolezza. Ecco quindi un elenco di comportamenti da evitare quando si cresce un figlio con dislessia:
1. Non negare o minimizzare il problema
Frasi come “è solo svogliato” o “prima o poi gli passerà” rischiano di rimandare interventi fondamentali. La dislessia non è una fase e non dipende dall’intelligenza. È una caratteristica neurobiologica che, se riconosciuta e supportata, non impedisce alcun traguardo.
2. Non paragonare con gli altri
Ogni bambino ha tempi, modalità e talenti unici. Dire “tua sorella alla tua età leggeva già i libri” o “il tuo compagno è più avanti di te” non motiva: umilia e blocca. Confrontarsi serve solo per crescere insieme, non per gareggiare.
3. Non forzare la lettura o lo studio in modo rigido
Obbligare il bambino a leggere ad alta voce davanti a tutti, a riscrivere mille volte lo stesso esercizio o a studiare con metodi tradizionali può essere frustrante. Con la dislessia, serve un approccio su misura, che valorizzi i canali alternativi di apprendimento (uditivo, visivo, musicale…).
4. Non etichettare
Evita espressioni come “sei dislessico, quindi è normale che sbagli” oppure “non sei portato per la scuola”. L’etichetta rischia di diventare una gabbia. Invece, aiuta il bambino a capire come funziona il suo cervello, a trovare strategie e a credere in sé stesso.
5. Non colpevolizzarti come genitore
La dislessia non è colpa di nessuno. Non è il risultato di una cattiva educazione o di una mancanza d’impegno. È una condizione con cui si può convivere serenamente, se affrontata con amore, strumenti e collaborazione.
6. Non aspettare troppo prima di chiedere aiuto
Il “vediamo come va” può diventare un “ormai è tardi”. Prima si interviene, più efficace sarà il percorso di supporto. Psicologi, tutor dell’apprendimento, insegnanti specializzati e anche le attività artistiche e musicali possono essere risorse fondamentali.
7. Non dimenticare che tuo figlio ha anche molti punti di forza
La dislessia spesso convive con creatività, intuizione, pensiero fuori dagli schemi. Tuo figlio non è “meno” di altri: è “diverso”, e come tale ha bisogno di essere visto, non solo corretto.
In conclusione
Accogliere la dislessia con consapevolezza è un atto d’amore. Significa educarsi, adattarsi, imparare insieme. All’Accademia Brillar lo vediamo ogni giorno: i bambini con dislessia, se sostenuti nel modo giusto, possono brillare tantissimo – nella scuola, nella musica, nella vita.
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